resoconto gruppo discussione convegno verona 2010: esperienze in atto di scuole libertarie

ESPERIENZE IN ATTO DI SCUOLE LIBERTARIE – 29 iscritti:

 

Il gruppo era costituito soprattutto da genitori e insegnanti alla ricerca di realtà educative che fossero più “libere” rispetto alla scuola tradizionale, spesso spinti da un profondo disagio manifestato dai figli di fronte al contesto scolastico tradizionale, o dall’impostazione del proprio ruolo di insegnante (incluso nell’università) e degli strumenti che ha (voti come ricatti, la noia, l’imposizione).

Generalmente questa ricerca di soluzioni è sfociata nel tentativo di creare tale realtà, a partire dalla ricerca delle possibili soluzioni: homeschooling, scuole private, scuole parentali…

Da qui sono sorti dubbi e necessità, alcune legate a questioni puramente logistiche-normative, altre di carattere formativo o altre ancora di bisogno di condivisione del progetto:

  • il fatto che il bambino non partecipi all’attività scolastica istituzionale comprometta un futuro inserimento nella società

  • l’importanza dell’informazione e del coinvolgimento, anche per accompagnare persone che altrimenti non sceglierebbero una realtà fuori dalla scuola istituzionale

  • le enormi difficoltà logistiche – economiche perchè non ci sono finanziamenti e perchè spesso la situazione ha una normativa così severa che osatacola qualisasi progetto.

  • le problematiche relative al riconoscimento dello studio svolto e di rapporto con le istituzioni

  • le modalità attraverso le quali scegliere gli educatori, come sapere che condividono con te dei principi e delle scelte pedagogiche o che sanno lavorare con i bambini;

  • è difficile intraprendere scelte libertarie, anche perchè in molti casi sono molto lontane dal nostro vissuto quotidinano, facciamo quindi fatica a gestirle, per esempio la totale fiducia verso i bambini che ne sta alla base;

  • la mancanza di formazione rispetto questi tipi di scelte pedagogiche.

 

Nella scuola pubblica viene riscontrato che quando sorgono problemi singoli i colleghi sono d’accordo nelle soluzioni che possono avvicinarsi alla pedagogia libertaria e uscire da schematismi della scuola tradizionale, ma ci sono dei tabù e non si riesce a scardinare il sistema generale – già a partire dai giudizi.

 

Molti hanno concordato nell’esperienza estremamente interessate delle scuole steineriana, che però spesso sono troppo dogmatiche.

 

Giulio, maestro del kiskanu, uno dei fondatori. Descrive la scuola che copre il periodo della primaria e sta provando ad aprire il ciclo sesta-ottava. Il rapporto con le istituzioni diventa sempre più intenso. Il settore della scuola elementare è ormai consolidato, si è raccolta bibliografia e esperienza.

 

Uno dei partecipanti, Pierfrancesco, ex maestro scuola elementare, ha visitato varie esperienze e ha vissuto con gli elfi e poi con gli ecovillaggi. Ha girato Italia ed Europa e in italia non è riuscito a trovare nulla, poche esperienze e che son state chiuse subito.

La chiusura fu spesso dovuta a cause esterne, ma resero difficili le situazioni anche molte contraddizioni interne e conflitti perchè alcuni volevano una scuola più libertaria, altri più antroposofica. A esperienza finita i bambini sono stati iscritti alla scuola pubblica.

Presso la comunità degli Elfi si voleva anche creare una scuola che fosse di una scuola di vita, quindi non con momenti educativi istituzionali, ma che il apporto educativo fosse costante. Il problema è stato che in quelle comuità le persone cambiano troppo spesso quindi si è creata sempre troppo confusione – ragazza in verde che ha vissuto a Avalon dice che gira molta droga e molto alcol, proprio per la libertà che difendono spesso arrivano alcolizzati e tossicodipendenti.

Ha vissuto anche a Nomadefia che però ha vissuto come eccessivamente rigidi e con molti dogmi (come lo steineriano), alle 21 si accende una luce e non si può più uscire.

 

 

 

tamar- il modello di scuola parentale: 5 famiglie: i bambini si spostano di casa in casa accolti dai genitori che restano nella casa, pagano una persona esterna per seguire i bambini. E’ meglio se i vari nuclei familiari sono vicini e i bambini camminano per andare a scuola. Dove vive lei si stanno trovando per parlarne una volta la settimana . E’ fondamentale la max comunicazione dove ognuno esprime chiaramente il proprio sentire del momento. Molti sono critici perchè la vedono molto confusa e instabile.

 

Giulio: sapere che ci sono varie realtà che si stan formando è molto interessante. le difficoltà sono abbastanza condivise. posso portare l’esempio del Kiskanu: abbiamo formato un’associazione all’inizio e usiamo l’articolo 33 della costituzione sulla educazione parentale.

Le restrizioni di legge variano – l’ultima è del 30 aprile 2008, a livello nazionale, e ci costringe a chiedere una verifica ogni anno al direttore didattico; ma viene attuato a discrezione del direttore didattico per cui alcuni effettivamente lo chiedono altre no.

Con la riforma Moratti si chiede solo una verifica nella quinta, con 6 commissioni. I ragazzi sono usciti molto bene (sfatando l’idea che non stanno al passo), carichi di quaderni che non sono stati visti. Anche quelli che sono andati in altre realtà delle medie hanno spedito le pagelle e sono tutte molto buone.

 

Ogni mattina si costruisce il percorso con i ragazzi.

E’ importante avere un rapporto con le istituzioni e mantenere una relazione e far vedere che stiamo facendo un altro tipo di percorso senza esere extraterresti e senza creare conflitti e scontri.

C’è un esame per la sesta e poi settima e ottava sono unici e hanno un esame. Abbiamo deciso di dedicare l’ultima parte della quinta per l’esame e viverlo come una delle tante prove che i ragazzi affrontano.

La scuola la fai con familgie e bambini, è fondamentale la convinzione e si crea un gruppo molto coeso che riesce ad andare avanti, si formano quindi il nucleo di famiglie. Per questo è importante incominciare.

Da modena e dalla toscana si sono trasferite le famiglie, adesso da genova per la scuola.

E’ fondamentale che ci siano anche i gneitori che abbiano volgia di mettersi in gioco; di solito i bambini danno un ritorno grande: vogliono venire a scuola, vogliono i compiti, non vogliono le vacanze…

 

Nella scuola attuale, tutti i bambini sono dis- qualcosa o iper- e ci sono medici che controllano e li mandano a questa scuola, vengono mandati qui gli emarginati, i dis- qualcosa, i “falliti” nella primaria.

Molti di questi arrivano corazzati e pieni di difese ma dopo alcuni mesi rifioriscono, capiscono che non devono difendersi, né attaccare.

Anche gli altri ragazzi capiscono che va condivisa l’integrazione, c’è sempre stata una sopportazione altissima. I bambini che non riescono subito ad integrarsi poco a poco si inseriscono perchè capiscono che va meglio stare insieme.

 

Un’altra critica diffusa è che si tratti di un contesto protetto rispetto all’esterno, ma in realtà cresce parecchio il senso di comunità perchè non possono sparire né nascondersi.

Anche con i ragazzi che hanno rallentato tanto la classe, si sono alla fine create dinamiche di rispetto per cui se in classe rimane indietro, fuori è un megnifico terzino, e con gli strumenti del gioco si organizzano per includere. Si cerca di riarmonizzare il tutto in modo che siano rispettati i tempi di tutti.

 

E’ fondamentale non spaventarsi e considerare l’ingresso di una forza che scardina e affrontarlo come una grossa risporsa, perchè i bambini alla fine organizzano giochi con loro. Alcune scuole alternative putroppo selezionano severamente per evitare che si rovini l’armonia.

 

Kiskanu è totalemtne finanziato dalle famiglie, noi vorremmo essere publici ma siamo costretti ad essere privati.

 

260 euro di iscrizione annuale, 25 famiglie: in prima 4 ragazzi, in terza e quarta 14 bambini, in quinta sono 9, 3 in sesta. 270 per 10 mesi: si sopravvive con 4 maestri e 7 maestri di materia – 8/900 euro circa. Adesso ci stiamo costituendo come associazione e stiamo strutturando tutto. Ma è fondamentale cominciare senza aspettare che tutto sia organizzato. Stiamo ricevendo richieste per costituire una nuova pirma e stiamo formando una nuova figura che accompagni i bambini per 5 anni. Si tratta di un’operazione difficilissima perchè molti sono preparati ma non hanno empatia, e lavorare in una realtà di questo tipo vuol dire cambiare la propria vita e mettersi in gioco completamente. Chiediamo che ci sia passione di base e creatività, capacità di vedere in quello che fai la possibilità di sviluppare e agganciare le materie fondamentali; altra cosa fondamenlate essere quel che si è, essere trasparente.

E’ fondamentale pensare che siam noi che possiamo costruire la scuola di base.

Non è obbligatorio avere una qualifica di maestro per insegnare in questi contesti.

 

Seguire il programma ministeriale ha un senso? secondo me no. Ci basiamo di più su valutazioni nostre o sulle energie dei ragazzi, del nucleo classe che si ha. Prima e seconda sono classi dove il bambino deve giocare, tu lo accompagni con la didattica, entri nel loro linguaggio quindi è “magico” e il maestro parla con il linguaggio del bambino.

 

In questo manetenete una impostazione steineriano? Utilizziamo alcune procedure tecniche ma non le carichiamo della valutazione di carattere antroposofico steineriano, così hai la possibilità di elaborare alcuni pensieri. Le tecniche della pedagogia steineriano fanno parte del nostro bagaglio ma non in modo fisso con molte influenze di altre pedagogie e anche con una propria della scuola, per esempio a seconda delle passioni dei singoli maestri (es. circo…)

 

Come si organizzano i ragazzi nei corsi? i ragazzi fanno un’assemblea dove decidono gli argomenti, decidono se i maestri possono assistere o meno: si vede una grande evoluzione, di darsi delle regole….e lo stesso per i programmi per cui alcuni scelgono i corsi etc.

 

Cosa ritenete utili della scuola steineriano e cosa no? E’ interessante il ciclo della materia, non vengono affrontate materie sovrapposte, ce n’è una principale e altre che non hannno la stessa estensone del tempo. Dopo 2 cicli quando si riprende la materia qsa si è sedimentato in maniera più forte che con la frammentazione.

 

I genitori non sono obbligati a partecipare alle attività della scuola, nessuno li obbliga né li giudica, secondo coscienza decide che tipo di percorso può fare dentro e fuori al Kiskanu.

 

Come vi comportate per la scelta dei maestri? cerchiamo di fare in modo che i maestri di materia o di laboarotiro diventino insegnanti quindi vediamo come si comporta, perchè ritorna, come lavora nelle difficoltà. oppure si fa un colloquio.

 

Proposte/richieste:

– creare dei momenti di formazione

 

– avere dei momenti di incontro come genitori con genitori che già stanno affrontando questa esperienza per affrontare le proprie paure.