L’ incontro che si è svolto presso l’ Associazione “Il Volo”, a Bologna sabato 21 è stato molto interessante e mi ha piacevolmente sorpresa la presenza di numerose persone, soprattutto famiglie con bambini ancora abbastanza piccoli, fortemente interessati ad avviare esperienze come quella di Cadriano, in vari posti nei dintorni di Bologna e anche in altri comuni e provincie (Ravenna, Faenza, San Giovanni in Persicelo).
Dopo un giro di presentazioni iniziali, Gabriella Prati ha preso parola per spiegare in linee generali cos’è una “scuola libertaria”, chiarendo che non è un metodo, ma che è libertaria in quanto le persone che vivono questa esperienza lo sono e non possono fare a meno di esserlo, sentono il bisogno di creare spazi con i bambini dove crescere insieme serenamente e in autentica democrazia. D’altronde ci sono delle differenze tra diverse esperienze di scuola libertaria , come Kapriole di Friburgo o Kiskanu, di Verona, ma il principio che le accomuna è proprio la parità tra le persone, quindi assenza di gerarchie e autoritarismo, chiaramente presenti nelle scuole tradizionali.
Addentrandoci nello specifico, sul discorso dell’ esperienza di Cadriano è stato proiettato un piccolo video che mostra le varie attività che si propongono ai bambini e alle bambine che frequentano questo gruppo , e dopo aver guardato con attenzione le immagini, (anche i bimbi presenti erano molto curiosi), si è scelto di vedere altre immagini sempre del progetto di Cadriano, per espressa richiesta delle mamme presenti, che si sono anche emozionate…
Dopo un momento di confusione si è ripreso il discorso in merito alle beghe burocratiche cui si va incontro sia come genitore sia come gruppo che avvia un’ esperienza del genere, ma dalle risposte date, soprattutto da Gabriella e Maura, una mamma, credo che molti dubbi si siano chiariti, forse la Rete dell’ Educazione Libertaria, deve attivarsi al più presto per rendere disponibile in rete la normativa che riguarda l’ educazione familiare.
Ho colto un generale desiderio di passare dall’intenzione alla pratica, interrogativi anche molto pratici su come realizzare esperienze realmente calate su i bisogni dei bambini e soprattutto un urgenza operativa, l’attesa che la rete funga sempre di più da collettore fra accompagnatori e genitori, e metta in contatto fra loro i genitori di una stessa zona.
Come gruppo promotore di Bologna stiamo pensando appunto a incontri periodici volti a questo fine.